Juventus, imbarazzante divario col City: Vlahovic caso a parte
A un certo punto è iniziato a piovere. Era ancora il primo tempo. Ma già una previsione meteo per la Juve, che è finita sotto una grandinata di goal, delusioni e disillusioni.
Il Manchester City ha stravinto 5-2, dando perfino l'impressione di non infierire. La giustificazione per Tudor è aver pensato agli ottavi, in programma martedì con il Real Madrid. Cinque titolari fuori, soprattutto per preservare i diffidati. Bianconeri quindi in formazione di semi-emergenza, ma non conviene esagerare con gli alibi, perché d'accordo che il super team di Guardiola sulla carta era superiore, però sul campo il divario è stato pure di più. A tratti imbarazzante.
Imbarazzanti anche alcune prestazioni dei singoli. Eccoli uno a uno. In linea con la gran parte della sua prima stagione in bianconero, Di Gregorio non ha avuto colpe, né fatto miracoli. Invece, esattamente all'opposto del rendimento stagionale, Kalulu è sembrato tanto frastornato dal guizzante Doku da combinare perfino un autogoal (autogollonzo l'avrebbero chiamato a Mai Dire Gol). Non meglio sono andati i colleghi del trio difensivo: Savona spesso in ansia da centrale e Kelly sempre un po' impacciato da braccetto. E sinceramente, vista poltroncina riservata in panchina, non si capisce perché Gatti non giochi più… Peraltro poi a Gatti è stata concessa una dignitosa mezz'ora al posto dell'infortunato Savona.
A centrocampo, in quattro corridori, non hanno fatto un palleggiatore. Due al galoppo sulle fasce: il nuovo Alberto Costa (impallinato sul primo gol del City) e l'usato Kostic (impalpabile in avanti, sufficiente indietro). Due che correvano sulle fasce, due che rincorrevano al centro: Locatelli ha toccato palla solo quando l'ha ricevuta sulla linea difensiva, McKennie solo quando gli è rimbalzata addosso nel noiosetto possesso palla guardiolano. Quando poi è entrato l'imprescindibile Thuram, la situazione non è migliorata granché. Ma ormai era andata. E si è adeguato anche Cambiaso quando ha preso il posto di Alberto Costa, accontentandosi di non farlo rimpiangere.
Niente di nuovo poi sul fronte offensivo. Koopmeiners si è intravisto quando ha approfittato dell'involontario assist di Ederson (il portiere) e l'ha punito segnando la rete del provvisorio 1-1. Poi l'olandese è sparito, impallidito come al solito. Ed è riapparso clamorosamente addormentato su un fuorigioco da cui poi è derivato il 3-1 di Halaand. Come al solito anche Nico Gonzalez, impalpabile e inconcludente.
Un caso a parte Vlahovic, che ha toccato una quindicina di palloni, non di più. Alcuni li ha cercati con rabbiosa ostinazione, altri li ha attesi con illusoria pazienza. Uno buono l'ha avuto nel primo tempo, ma l'ha pasticciato. Un altro buono su filtrante profondo di Yidiz nella ripresa, ma l'ha sprecato. Al terzo tentativo ha segnato, ancora grazie a una scintilla del 10, il giovane turco che ha brillato il giusto, nella mezz'ora conclusiva, quella della catastrofe nel punteggio, alla fine precipitato sul 5-2.
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